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Acqua per anfibi e rettili, quale scegliere?

Esattamente come avviene per il cibo, bisogna prestare attenzione anche alla scelta dell’acqua per allevare correttamente i anfibi e rettili. In questo articolo affronteremo questo argomento poco trattato, ma molto rilevante e capiremo quale tipologia di acqua scegliere sia per i rettili che per gli anfibi.
Che tipo di acqua va bene per i rettili? Questa è una domanda che pochi aspiranti allevatori si pongono, infatti l’attenzione è sempre rivolta alla scelta degli alimenti che è sicuramente essenziale per un corretto allevamento, come lo è quella dell’acqua che soprattutto nel caso degli anfibi dovrebbe preoccupare maggiormente chi intende allevare questi delicati animali.
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Acqua di rubinetto, perché non va bene?
La scelta più comune ricade sull‘acqua di rubinetto ovvero quella fornita dalla rete idrica di appartenenza. Questa soluzione però è anche quella più pericolosa per i nostri animali, scopriamo il perché: l’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case contiene sostanze che risultano innocue per gli esseri umani o comunque per altri animali, ma possono essere deleterie per i rettili e soprattutto per gli anfibi, primo fra tutti il cloro che è largamente usato come disinfettante. Solitamente questa sostanza può essere eliminata lasciando decantare l’acqua in un contenitore aperto per almeno 24 ore, in questo modo il cloro evaporerà in modo considerevole.
Tuttavia l’eliminazione del cloro tramite l’evaporazione non garantisce che la qualità dall’acqua di rubinetto sia idonea per la somministrazione ai rettili e agli anfibi tenuti in cattività. Infatti vanno tenuti in considerazione anche altri parametri fondamentali quali il pH e la durezza. Questi termini sono sicuramente familiari a chi si occupa anche di acquariologia, ma devono essere presi in considerazione anche dai terrariofili che vogliono allevare i propri animali in modo responsabile.
Consiglio: per ridurre gli sprechi d’acqua utilizza le valvole miscelatrici Vigorfluss.
Che cos’è il pH?
Il pH è quel valore che misura l’acidità o la basicità di dell’acqua. Il 7 è considerato il valore neutro, mentre il range di valori da 0 a 7 indicano l’acidità e da 7 a 14 la basicità. Per comprendere questo valore bisogna sapere che l’acqua è costituita da ioni idrogeno H+ che sono acidi e ioni ossidrili OH che invece sono basici. Quindi quando sarà presente una concentrazione equilibrata degli stessi avremo un’acqua neutra con valore 7, mentre se ci sarà una concentrazione maggiore dei primi sarà acida, mentre con un tasso più alto dei secondi l’acqua sarà basica.
Che cos’è la durezza dell’acqua?
Questo valore indica indica la quantità di sali (carbonati, i bicarbonati e i solfati) presenti in una soluzione, in questo caso nell’acqua. Se la concentrazione di sali sarà alta allora avremo a che fare con un’acqua dura, mentre nel caso contrario ovvero con un tasso di sali basso avremo un’acqua tenera.
Per quanto riguarda la durezza dobbiamo tener presente che solitamente in acquariologia e terrariofolia si usano i gradi tedeschi (°dGH), ma nelle analisi della acque potabili per uso umano si applicano i gradi francesi (°fr TH), il rapporto tra i due è:
1 °dGH = 1,78 °fr
1 °fr = 0,56 °dGH
Le acque possono quindi essere suddivise in tre gruppi:
- acque tenere, da 1 a 10°fr (1-8 °dGH), sono generalmente acide;
- le acque di durezza media, da 10 a 20 °fr(8-12 °dGH) ,neutre o leggermente basiche;
- le acque dure, superiore a 20 °fr (12 dGH), nettamente basiche.
Per la precisione la durezza viene suddivisa in durezza totale GH e durezza temporanea KH detta anche durezza carbonatica. Con la durezza totale vengono misurati tutti i sali di calcare e di magnesio presenti nell’acqua, mentre la durezza carbonatica o temporanea misura carbonati e bicarbonato presenti nell’acqua.
Quali sono i valori giusti per l’acqua dei rettili e degli anfibi?
Come avviene anche in acquariofilia non esistono dei valori universali che possano rendere l’acqua idonea per ogni pesce, in quanto esistono tantissime specie che popolano acque con caratteristiche diverse, quindi per allevare correttamente questi pesci si dovrà garantire un gamma di valori quanto più simile a quella dei luoghi di provenienza. Questa considerazione vale anche per i rettili e per gli anfibi anche se in misura diversa.
Per quanto riguarda i rettili il discorso dell’acqua è nettamente più facile grazie alla loro biologia. Infatti i rettili sono relativamente mento legati all’acqua e ai suoi valori, questi infatti hanno una pelle spessa e impermeabile il che li rende meno soggetti all’azione che la stessa ha sulla loro epidermide, quindi l’acqua del rubinetto privata del calcio tramite decantazione può andare bene. Il discorso invece si complica per gli anfibi, infatti a parte alcune eccezioni, gli anfibi sono strettamente legati all’acqua e hanno una pelle sottile e permeabile attraverso la quale assorbono acqua e ossigeno, giocoforza risentono maggiormente delle sostanze presenti in essa.
Quindi il nostro discorso sulla qualità dell’acqua a questo punto si focalizza maggiormente sull’allevamento degli anfibi. Come detto in precedenza per garantire i giusti valori di allevamento agli anfibi, bisogna prima di tutto studiare il loro habitat di provenienza e capire quali sono le caratteristiche chimico-fisiche delle acqua in cui vivono in natura. In questo ci viene in contro l’acquariologia, infatti grazie all’ampia varietà di pesci che si trovano in commercio è più facile venire a conoscenza delle caratteristiche di allevamento degli stessi che non possono prescindere dall’acqua, basterà quindi capire quali pesci abitano le acqua di provenienza di un anfibio per reperire i valori adatti.
Esistono comunque dei valori generali a cui la maggior parte degli anfibi presenti in commercio possono adattarsi egregiamente ovvero acque con un pH abbastanza neutrale (da 6,5 a 7) e piuttosto tenere per quanto riguarda la durezza.
Come analizzare l’acqua del rubinetto?
Indipendentemente dalla fatto che si voglia o meno modificare i valori dell’acqua di rubinetto (ne parleremo dopo) è essenziale saperne i valori di base, infatti questi possono variare notevolmente da una zona all’altra. Per analizzarli possiamo usare dei test che normalmente si usano in acquariologia, ma si rivelano perfetti anche nell’allevamento degli anfibi.
Per una analisi completa dei principali valori dell’acqua consiglio il Test 6 in uno della Tetra che è veramente di facile utilizzo, infatti basterà inserire per pochi secondi una delle strisce di misurazione nell’acqua per conoscere in brevissimo tempo i seguenti valori: PH, durezza totale e carbonatica (GH E KH ), nitriti (NO2) e nitrati (NO3). I primi due valori sono quelli fondamentali e li abbiamo trattati in precedenza, i secondi due riguardano i livelli di inquinamento dell’acqua e possono ritornare utili quando si analizza l’acqua presente nei terrari o nelle vasche dei tritoni e delle salamandre che ovviamente è soggetta ad inquinamento perché raccoglie gli scarti organici degli stessi animali, quindi sapere il valore dei nitriti e dei nitrati può aiutarci a capire quando è il momento di cambiare l’acqua, in quanto anche l’inquinamento organico può nuocere gravemente agli anfibi.
Sulla confezione sono presenti i parametri di riferimento, quindi in base al colore che assumeranno i vari tamponcini presenti sulle strisce potremo sapere a quali valori corrispondono.
Chi intende dedicarsi in modo massiccio all’allevamento degli anfibi, può anche optare per test elettronici che si rivelano non solo più precisi ma anche più economici quando si devono effettuare molte misurazioni. In questo caso il PH TESTER è la soluzione ideale, si tratta di uno strumento molto affidabile dal costo contenuto. Presenta un display LCD veramente comodo da consultare e inclusi nella confezione presenta anche le soluzione per la taratura e il cacciavite per la regolazione.
Il conduttivimetro invece è un potente strumento per analizzare la conducibilità e i sali disciolti nell’acqua. Il prezzo a cui è proposto questo strumento è quasi impensabile paragonato alle sue caratteristiche performanti, dotato di un display LCD molto chiaro e di un sensore molto potente che consente anche di rilevare la temperatura.
Come modificare i valori dell acqua?
Gli allevatori che intendono riprodurre gli anfibi o comunque chi non si accontenta di fornire al proprio animale un habitat approssimativo deve in qualche modo cercare di ricreare al meglio i valori dell’acqua presenti nel luogo d’origine. Per farlo bisogna andare ad agire sui valori di base analizzati tramite gli strumenti sopraelencati, per farlo si possono seguire due strade: la prima è agire sui valori dell’acqua di rubinetto andando ad abbassare o alzare il pH e la durezza in base alle esigenze, la seconda invece è partire da una base neutra ricreando i valori voluti. Nel secondo caso il punto di partenza è l’acqua di osmosi o meglio l’acqua del rubinetto filtrata tramite un impianto di osmosi inversa.
Chiariamo subito che l’acqua di osmosi così come esce dal filtro non è adatta ai rettili e agli anfibi, in quanto è di per sé troppo “pura” ovvero priva di sali minerali e anche troppo acida. Un’acqua con queste caratteristiche agirebbe in maniera negativa sugli anfibi andando a risucchiare gli ioni dalla pelle degli stessi, in più non apporterebbe alcun beneficio se bevuta dai rettili.
Nonostante ciò molti allevatori usano proprio l’acqua di osmosi per approvvigionare i propri animali, aggiungendo ad essa microelementi favorevoli e usando ad esempio un po’ di bicarbonato di sodio.
Prima di tutto per ottenere l’acqua di osmosi conviene acquistare un impianto in quanto il costo della stessa presso i negozi di acquariologia è spesso elevato. L’impianto di osmosi a 3 stadi è sicuramente la soluzione migliore. Si tratta di un impianto molto performante con un rapporto qualità prezzo molto conveniente che permette di produrre fino a 190 litri di acqua di osmosi al giorno.
L’aggiunta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio dà circa 4 gradi di durezza carbonatica a 49,2104 litri d’acqua (13 galloni), ma aumenta anche significativamente il pH, quindi per regolarizzarlo basterà aggiungere altra acqua osmotica pura fino ad ottenere i valori desiderati. Quando si applica questa tecnica bisogna ricordare di aggiungere acqua di osmosi pura quando si rabboccano i recipienti, mentre può essere usata la miscela quando si cambia completamente l’acqua. Il motivo di questa accortezza è il fatto che l’evaporazione toglie dai recipienti l’acqua pura, ma lascia gli elementi disciolti in essa aumentandone la concentrazione, per questo aggiungendo acqua osmotica pura si manterrano stabili i valori.
La scelta dell’acqua di osmosi è sicuramente la più “professionale”, alcuni però ripiegano anche sull’acqua minerale per uso umano o sull’acqua piovana che però potrebbe essere contaminata, soprattutto se si abita in zone ad alto tasso di inquinamento. Anche l’acqua del pozzo dovrebbe essere attentamente analizzata prima dell’utilizzo perché a rischio di contaminazioni o comunque potrebbe presentare valori chimico-fisici non adatti.
Per diminuire il pH dell acqua si può usare anche della torba per acquario che agisce come acidificante, la torba che trovi di seguito è particolarmente consigliata perché efficace e poco costosa.
ATTENZIONE: l’acqua distillata è assolutamente sconsigliata!
Fonti:
Mattison, C. 1992. The Care of Reptiles and Amphibians in Captivity (3rd ed.). Blandford: London.
KEVIN ZIPPEL, “Herp Water Quality” February 2000 issue of Reptiles Magazine.
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Amtra Digital Conductivity & TDS Tester ATC
Misuratore PH Digitale Gamma
Tetra Test 6in1, Test dell’Acqua
Askoll 001737 Impianto Osmosi Inversa
Sera Super Peat Torba Attiva granulare

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Salamandra pezzata: le sue caratteristiche

La salamandra pezzata (Salamandra salamandra) è un anfibio appartenente alla famiglia delle Salamandridae. Questa specie è diffusa in Europa, principalmente nelle regioni montuose e umide. Con il suo aspetto distintivo e il suo comportamento affascinante, la salamandra pezzata è una creatura affascinante che merita di essere studiata e conosciuta.
In questo articolo andiamo a conoscere meglio insieme questa salamandra, le sue caratteristiche e il suo comportamento.
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Caratteristiche fisiche

Salamandra pezzata: caratteristiche fisiche. Anfibierettili.it | Foto by Canva.
La salamandra pezzata è facilmente riconoscibile grazie al suo corpo slanciato e alle sue vivaci colorazioni. Di solito, ha una lunghezza compresa tra 15 e 25 centimetri, anche se alcuni esemplari possono raggiungere i 30 centimetri. Le femmine sono più grandi e lunghe.
La sua pelle è liscia e umida, di colore nero con macchie gialle che si estendono lungo tutto il corpo. Questo schema di colorazione è un meccanismo di difesa, poiché le macchie brillanti avvisano i predatori della sua tossicità.
Infatti, sulla sua pelle ci sono tante ghiandole piccole che secernano un muco che ha una funzione battericida che le protegge dalle infezioni, diminuisce la disidratazione, ma ha anche una funzione repellente e che le rende non commestibili per i predatori.
Habitat e comportamento

Habitat e comportamento della Salamandra pezzata. Anfibierettili.it | Foto by Canva.
La salamandra pezzata vive principalmente nelle foreste umide e nelle zone montane, dove può trovare rifugio tra le foglie cadute, sotto i tronchi d’albero o nelle fessure delle rocce.
È un animale notturno e trascorre gran parte del suo tempo nascosto durante il giorno. Vivono vicino a corsi d’acqua utili anche per deporre le larve che iniziano la loro vita acquatica.
Alimentazione

L’alimentazione della Salamandra pezzata. Anfibierettili.it | Foto by Canva.
La salamandra pezzata è un carnivoro opportunista e si nutre principalmente di insetti, lombrichi e piccoli molluschi. Grazie alla sua lingua appiccicosa e ai suoi movimenti rapidi, riesce a catturare le sue prede con facilità.
Salamandra pezzata: Conclusione
La salamandra pezzata è una specie affascinante che si adatta perfettamente all’ambiente umido delle foreste montane. Con la sua colorazione vivace e il suo comportamento notturno, è un animale che merita di essere osservato e studiato da vicino.
Come per gli altri animali, proteggere l’habitat naturale di questa specie è fondamentale per garantire la sua sopravvivenza e preservare la diversità biologica delle nostre foreste.

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Come educare i propri animali domestici?

Avere in casa un amico a quattro zampe è una missione. Sicuramente le soddisfazioni e l’affetto che si hanno in cambio sono tante, ma non bisogna dimenticare che è un impegno serio. Una cane un gatto sono a tutti gli effetti dei veri e propri membri della famiglia; in quanto tali, meritano cure a more, ma vanno anche educati.
Capita infatti abbastanza spesso che gli animali di casa siano “viziati”. Talvolta per eccesso di affetto, ma in altri casi per la mancanza di strumenti educativi da parte del padrone. Se questo è il vostro caso, potete chiedere aiuto rivolgendovi a un esperto del settore.
Molte persone svolgono lavori a contatto con gli animali che li rendono autorevoli nel potervi seguire nell’addestramento del vostro animale.
Ma, proprio come accade per i figli, i primi educatori siete, e rimanete, voi padroni. Quindi ecco qualche consiglio su come educare i propri animali domestici, e a chi rivolgervi per un supporto.
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Lavora sul tuo comportamento
Regola valida per ogni educatore: il tuo atteggiamento è fondamentale. È importante essere autorevoli, ma non autoritari, decisi ma non aggressivi. E avere pazienza ed empatia. Parlandone in modo teorico, può sembrare molto difficile; ma in realtà si tratta solo di usare il canale dell’affetto per insegnare ciò che è bene per l’animale stesso.
Igiene in casa
Imparare a gestire i bisogni fisiologici del proprio animale è la prima esigenza su cui porre attenzione. Prima riuscite a trovare un buon ritmo, meno saranno i momenti di tensione.
Se avete un gatto, create da subito l’ambiente giusto per sistemare la lettiera e pulitela molto spesso. Se invece vi state prendendo cura di un cane, abituatelo a uscire seguendo orari per le passeggiate rigorosi e regolari. Ci vorrà sicuramente un po’ di tempo, ma più voi sarete costanti e sereni, prima otterrete il risultato.
Atteggiamento con gli estranei
Anche gli animali domestici che restano fra le mura di casa, come i gatti o i conigli, si trovano a dover gestire il rapporto con gli estranei. Non chiedete l’impossibile, pretendendo che il vostro animale giochi con i vostri amici perché a voi fa piacere metterlo in mostra. Ma non tollerate neppure che siano eccessivamente diffidenti o addirittura leggermente aggressivi.
Il metodo migliore è quello di operare a piccoli passi, ma costanti. Cominciate fin da subito ad abituarlo alla presenza di persone estranee, meglio se una per volta. Chiedete la collaborazione dei vostri amici al progetto, chiedendo loro un po’ di pazienza. E quando vedete che l’animale ha un atteggiamento corretto, premiatelo.
Addestratore cinofilo
Uno dei problemi più grossi che ci si ritrova a gestire coi cani, è la convivenza all’esterno. Il cane deve uscire almeno tre volte al giorno, e se abbia e tira ogni volta che vede un suo simile, la situazione può diventare stressante per voi. Prima che diventi ingestibile, chiedete consiglio a un addestratore cinofilo certificato. Saprà sicuramente indicarvi delle soluzioni per rendere le passeggiate al parco momenti piacevoli.

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Vipera: come proteggere il cane dai morsi

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Ami fare passeggiate nella natura con il tuo cane? Attenzione ai morsi si vipera. Scopri in questo articolo come prevenirli.
In primavera e in estate è piacevole, oltre che salutare, fare delle lunghe passeggiate nella natura con i propri cani. Tuttavia anche in questo coso possono esserci dei pericoli dietro l’angolo che è bene imparare da evitare. In Italia non ci sono molti serpenti velenosi, gli unici che rappresentano un rischio concreto per le persone e soprattutto per i cani, sono le vipere.
Come riconoscere una vipera?
Nell’articolo intitolato come riconoscere una vipera, abbiamo descritto in modo approfondito le caratteristiche delle varie specie di vipera presenti nel territorio italiano. In ogni caso bisogna tener presente che spesso non è facile identificare con esattezza questi serpenti e in alcuni casi è possibile confonderli con specie che invece sono assolutamente innocue. In ogni caso i serpenti non vanno mai uccisi perché oltre a essere protetti, sono anche utili per l’ecosistema. Quindi per evitare brutte esperienze è bene evitare di entrare in contatto con qualsiasi tipo di serpente. Tuttavia quando si esce con i cani, questo non è per niente facile, perché questi animali per loro natura sono attratti dalle varie bestiole che incontrano nelle passeggiate in campagna.
Come proteggere il cane dai morsi di vipera?
Bisogna ricordare che i serpenti velenosi non sono distribuiti uniformemente su tutto il territorio nazionale, quindi ci sono zone in cui sono assenti, rari o viceversa molto frequenti. Una prima forma di precauzione può essere quella di informarsi preventivamente sulla presenza di vipere nella zona in cui intendiamo fare escursioni con i cani. In questo caso è bene evitare che i nostri amici a quattro zampe possano scorrazzare liberi e accedere a prati e pietraie dove questi serpenti amano esporsi al sole o cacciare.
Come detto in precedenza, nel dubbio, è meglio evitare che i cani entrino in contatto con qualsiasi serpente, anche perché gli stessi potrebbero provocare danni a questi rettili così importanti per il nostro ecosistema. Per questo motivo è utile che i cani siano sempre ben educati prima di portarli in campagna, infatti, è quanto mai importante che questi obbediscano senza indugi ai comandi e ai richiami del padrone.

Per gentile concessione dell’Allevamento Zanardis
Questo non vale solo per le razze più “delicate” e inermi, anche cani molto rustici e forti come i Rhodesian Ridgeback non hanno alcuna difesa nei confronti del morso di un serpente velenoso che in alcuni casi può anche avere esiti fatali. Quindi se si intende fare escursioni in luoghi in cui sono presenti le vipere è essenziale che i cani siano molto obbedienti e abituati a fermarsi al richiamo del padrone anche in presenza di altri animali che attirano la loro attenzione.
Che cosa fare se il cane è morso da una vipera?
Qualora uno dei vostri cani fosse morso da una vipera, è essenziale mantenere la calma ed evitare qualsiasi intervento fai da te. Succhiare il veleno come si vede nei film, è un errore da evitare. L’unica cosa da fare è correre dal veterinario più vicino, magari avvertendolo preventivamente dall’accaduto, così che lo stesso possa essere pronto a intervenire correttamente.

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