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Tutto sul letargo delle tartarughe terrestri

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Per mantenere correttamente le tartarughe di terra è importante trattarle con le dovute cure il risveglio dal letargo, perché si tratta di un momento molto delicato per questi simpatici rettili. In questo articolo vedremo come prenderci cura delle tartarughe terrestri prima e dopo il letargo.
Perché le tartarughe terrestri vanno in letargo ?
Molte persone hanno le tartarughe di terra nei propri giardini o nei terrari. Il successo di questi rettili probabilmente è dovuto alla loro natura pacata, al loro aspetto simpatico ma anche al fatto che sono relativamente facili da allevare.
Bisogna sapere che le tartarughe sono animali eterotermi, ciò significa che per mantenere la propria temperatura corporea alta hanno bisogno di riscaldarsi con il sole. È importante sapere che non tutte le tartarughe vanno in letargo, quelle esotiche, ad esempio, non hanno bisogno di letargo, perché grazie all’ambiente molto caldo dei paesi di origine, riescono a mantenere la loro temperatura corporea durante tutto l’anno. Poi ci sono le testuggini europee che a causa dei nostri climi rigidi, in inverno non sopravvivrebbero al freddo, e dunque hanno bisogno del letargo.
Quali sono i metodi per far sì che le tartarughe europee vadano in letargo nel migliore dei modi?
Letargo all’aperto: Per assicurarsi che le nostre tartarughe vadano correttamente in letargo, dovremmo sistemare in una recinzione vari ripari coperti; per crearli possiamo usare vecchie tegole e mattoni che andremo a fissare correttamente per evitare che cadendo possano ferire le tartarughe europee. Poi ricopriremo il rifugio con paglia e foglie così da creare uno strato che isoli dal freddo e tenga le testuggini europee ad una temperatura che non dovrà mai scendere al di sotto dei 5° C, in modo che possano cadere in profondo letargo, consumando il minimo di energie indispensabile.
Garantire la giusta temperatura è importante perché se la temperatura dovesse scendere sotto i 2°C, potrebbero crearsi gravi complicazioni per l’animale: in primo luogo ci sarebbe il congelamento dei tessuti esterni, fino ad arrivare ai danni cerebrali ma ciò può accadere solo ad esemplari che fanno il letargo senza alcun riparo. Ma si potrebbe incorrere in seri problematiche anche se la temperatura dovesse arrivare ai 10°C; in questo caso la tartaruga attiverebbe in parte il suo metabolismo, consumando tutte le riserve di grasso, rischiando di morire d’inedia. Il letargo dura in media 20 settimane, anche se nelle zone meridionali, può ridursi sino a 8 settimane a causa delle temperature più miti.
Il letargo controllato: Molte persone ed allevatori, preferiscono far trascorrere il letargo alle proprie tartarughe nelle loro abitazioni, utilizzando una teca appositamente realizzata che poi sarà disposta in un luogo freddo della casa, quale potrà essere una cantina, un garage, o una mansarda. Per la creazione del terrario/contenitore avremmo bisogno di 4 listelli di legno e di una base di legno (meglio se massello o compensato marino), le dimensioni dipenderanno dalla grandezza delle tartarughe che andremmo a ospitare.
Una volta montati i listelli alla base ci servirà del plexiglass che andremo a fissare attorno alla teca, mentre al di sopra applicheremo della rete. Una volta conclusa la costruzione della teca, andremo ad inserirvi del terriccio mischiato a torba. Lo strato dovrà essere almeno di 25 centimetri. Una volta che le tartarughe si saranno interrate, ricopriremo il tutto con delle foglie o della paglia.
È molto importante controllare sempre la temperatura all’interno del terrario che non dovrà mai scendere al di sotto dei 5 gradi né salire al di sopra dei 9. Per non sbagliare possiamo adoperare un termometro da terrario. Sarà utile anche nebulizzare con dell’acqua il substrato solo nel caso in cui il terreno risultasse secco.
Controlli durante il letargo
Le tartarughe terrestri non andrebbero mai disturbate durante il letargo, difatti è uno dei momenti più delicati per questi rettili. Delle volte capita che le tartarughe non si interrino completamente e restino visibili attraverso le foglie, in questi casi è doveroso controllare se il rettile risponda al tatto, quindi con molta delicatezza lo andremmo a toccare, in caso reagisca al tocco dovremo controllarne il peso, durante il letargo le tartarughe perdono circa il 10 % della loro massa, se durante la pesa ci accorgeremo che la tartaruga ha perso più del 10 % del suo peso sarà necessario stoppare il letargo alzando gradualmente la temperatura in una teca.
Come prendersi cura delle tartarughe al risveglio dal letargo
Quando la temperatura esterna supererà i 10°C la tartaruga inizierà a riavviare il suo metabolismo. Per le tartarughe europee che sono rimaste nel rifugio all’esterno, è arrivato il momento di dissotterrarsi ed uscire alla luce del sole. Un nostro compito sarà quello di togliere tutte le foglie secche così da permettergli di uscire senza alcun problema. Lo stesso vale per il letargo controllato: il contenitore va portato al di fuori della casa, stando attenti a non creare un forte sbalzo di temperatura.
È importante sapere che le tartarughe di terra dopo il letargo sono molto deboli ed hanno bisogno di riprendere tutte le vitamine e i grassi che hanno bruciato nel corso del letargo. Sarà indispensabile mettere a disposizione dell’acqua pulita e potete anche optare per un bagnetto con acqua e camomilla, stando attenti che il liquido non superi l’altezza del piastrone così da permettere alla tartaruga di bere e di eliminare le varie tossine che non ha espulso durante il letargo.
Come alimentare la tartaruga dopo il risveglio?
Le tartarughe di terra solitamente iniziano a mangiare dopo circa una settimana dal risveglio completo, dunque andremo ad alimentarle con lattuga e frutta matura ricca di zuccheri come: cocomeri, fragole, albicocche, meloni o pesche, stando attenti ad evitare kiwi e frutta acerba che possono provocare diarrea e dolori addominali.
I pomodori invece vanno somministrati solo in rare occasioni, per esempio una volta a settimana, perché si tratta di verdura che limita l’assimilazione di calcio, che è importante per la tartaruga. Molluschi, lombrichi e lumache sono ottimi per la tartaruga, per via del loro guscio pieno di calcio, inutile dire che gli alimenti trattati con antiparassitari sono sconsigliatissimi per le tartarughe.
Un altro metodo per far assumere calcio alla tartaruga, viene dall’osso di seppia, quest’ultimo ne è molto ricco ed è un vero toccasana per i rettili, che mangiandolo assumeranno il calcio necessario per la giusta formazione del carapace e delle ossa. È assolutamente sconsigliato dare da mangiare alla tartaruga alimenti che non troverebbe in natura come pasta, formaggio, dolci, e pane.
Molte persone alimentano le tartarughe con il mangime per cani o gatti che possono essere crocchette o cibo in scatola, ciò è assolutamente sbagliato e non va fatto perché contiene un rapporto proteico del tutto errato che a lungo andare causerebbe malformazioni del carapace.
In copertina photo credit: Red Rose Exile (license)

Allevamento
Rana pacman allevamento e cure

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Rana pacman allevamento: un insolito amico
C’è chi ama i cani, i gatti e chi preferisce allevare la rana pacman. Perché? Innanzitutto la rana pacman ha un aspetto veramente simpatico. Si tratta di un anfibio originario dell’America Latina, di forma tondeggiante, con delle zampe corte che la rendono un pò goffa nei movimenti. Considera che la rana pacman in natura non percorrere grandissimi distanze. La rana pacman trascorre la maggior parte del tempo ricoperta dal substrato, con i suoi grandi occhioni sempre in bella vista. Si tratta di un anfibio davvero buffo, ma è importante prestare attenzione, infatti, la rana pacman è molto territoriale e protrebbe diventare aggressiva se importunata. Adesso andiamo a vedere delle informazione sulla rana pacman allevamento.
Allevare la rana pacman.
Esistono diverse specie di rana pacman. Quella pi conosciuta è la ceratophrys ornata, che sarebbe una ceratophrys cornuta e la ceratophrys crawelli, oltre ad altre. La prima, come dice il nome stesso, ha due piccole protuberanze simili a corna sulla testa. La seconda invece ha delle protuberanze meno evidenti e la testa risulta essere più grande rispetto ad un corpo più snello delle altre rane. La rana pacman mangia insetti, grilli, blatte, lombrichi, fino a poter mangiare anche topini. Occorre però non dare mai alla rana un animale che sia più grande del 50% del suo corpo. Potrebbe mangiarlo tutto lo stesso ma a rischio per la sua salute e digestione. La rana pacman terrario deve essere contenuto, mantenuto sempre umido, con torba, qualche sasso e del muschio. Deve esserci anche una zona acquatica poco profonda con piante adatte sotto le quali nascondersi o ripararsi. La temperatura ideale per il loro ambiente si aggira attorno ai 25°/27°.
La riproduzione della ceratophrys.
La riproduzione della rana pacman ha qualcosa di romantico. Gli esemplari, poco distinguibili finché girini (poi con la crescita la femmina appare più grande), devono prima essere tenuti in spazi separati. Qui essi andranno in una sorta di lieve letargo, la così detta brumazione. Passati circa due mesi, i due esemplari verranno posizionati nello stesso terrario e sarebbe opportuno ricreare un ambiente piovoso. La pioggia potrà stimolare la fecondazione, così anche la registrazione del verso del maschio da mandare in ascolto più volte al giorno.
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