Le tartarughe che respirano dal sedere: l’adattamento più strano che esista

Le tartarughe che respirano dal sedere sembrano uno scherzo da bar, ma è pura biologia: un’abilità incredibile che permette loro di superare mesi sott’acqua, anche nei laghi ghiacciati, senza mai emergere per prendere fiato.

Quando si parla di animali strani, la fantasia corre subito a creature esotiche e mostruose. Eppure uno degli adattamenti più sorprendenti appartiene a un animale che conosciamo bene: la tartaruga. Alcune specie hanno imparato a respirare… dal sedere.

Il fenomeno ha un nome tecnico – respirazione cloacale – e dietro l’aspetto buffo nasconde una strategia di sopravvivenza straordinaria. Grazie a questa capacità, alcune tartarughe trascorrono interi mesi in acqua gelata, quasi immobili, senza soffocare. In questo viaggio scopriremo come funziona, quali specie lo hanno sviluppato e perché, tra tutte le stranezze dell’evoluzione, questa merita davvero il primo posto.

Cosa significa “respirare dal sedere”: la respirazione cloacale

Per capire il trucco bisogna dimenticare l’idea della cloaca come semplice “uscita di servizio”. In realtà, in alcune tartarughe, è molto di più: una porta di scambio con l’acqua, dotata di cavità riccamente vascolarizzate.
L’acqua entra, scorre su pareti fitte di capillari, e in quel passaggio avviene la magia: l’ossigeno disciolto diffonde nel sangue, l’anidride carbonica se ne va. Un po’ come avere branchie nascoste in un punto insospettabile. Non è il sistema principale, ma funziona da scialuppa di salvataggio quando i polmoni non possono essere usati.

Perché le tartarughe hanno sviluppato questo adattamento

Immagina una tartaruga che vive in un lago del Nord America. Arriva l’inverno, il ghiaccio sigilla la superficie. Nessuna possibilità di emergere, nessuna bolla d’aria. Se non avesse un piano B, morirebbe soffocata.
Ecco perché, nel corso di milioni di anni, alcune specie hanno “inventato” questa soluzione. La respirazione cloacale non è un capriccio, ma un’assicurazione sulla vita: consente di superare i mesi più duri senza rischiare la morte.

Le specie di tartarughe che respirano dal sedere

Tartaruga dal guscio molle

Già il loro aspetto è insolito: un guscio flessibile, che sembra quasi di pelle, e un muso a proboscide. Ma la vera meraviglia è nascosta all’interno. La cloaca di queste tartarughe è talmente efficiente che possono restare sott’acqua per lunghissimi periodi, respirando quasi esclusivamente attraverso di essa.

tartarughe che respirano dal sedere

Tartaruga lungocollo comune (Chelodina longicollis)

In Australia vive una tartaruga con il collo più lungo del guscio. La usa come un periscopio, ma nei mesi freddi, quando resta immobile sul fondale, si affida alla respirazione cloacale. Un meccanismo silenzioso, invisibile, che le consente di resistere in acque dove altri animali non potrebbero sopravvivere.

tartarughe che respirano dal sedere

Altre specie acquatiche

Il fenomeno non è limitato a poche eccezioni. Diverse tartarughe d’acqua dolce del Nord America e dell’Eurasia lo praticano, anche se in misura minore. Alcune lo usano solo come supporto temporaneo, altre come strategia abituale di sopravvivenza.

Vantaggi evolutivi della respirazione cloacale

Respirare senza emergere significa sfuggire ai predatori. Una tartaruga che resta nascosta sotto la superficie è meno visibile a uccelli e mammiferi.
In più, la respirazione cloacale apre le porte a habitat difficili: stagni stagnanti, fiumi torbidi, laghi coperti di ghiaccio. È il classico esempio di come la natura trasformi un limite (essere polmonati in acqua) in un vantaggio.

Curiosità: dall’ibernazione sott’acqua alla sopravvivenza nei laghi ghiacciati

Forse l’immagine più affascinante è quella di una tartaruga che passa tutto l’inverno senza muoversi, adagiata sul fondo di un lago gelato. Il cuore batte pochissime volte all’ora, il metabolismo rallenta, e la cloaca diventa la finestra che tiene accesa la vita.
Quando arriva la primavera, il ghiaccio si scioglie e la tartaruga risale in superficie, come se nulla fosse. Una scena che sembra uscita da un racconto di fantascienza, ma che accade ogni anno, silenziosamente, sotto i nostri occhi distratti.

Come la scienza studia questi adattamenti “strani” ma vitali

All’inizio gli stessi ricercatori ridevano dell’idea. “Respirare dal sedere” sembrava una battuta, non un argomento da laboratorio. Poi sono arrivate le prove: analisi, dissezioni, esperimenti che hanno mostrato le famose sacche cloacali.

Oggi la fisiologia comparata considera queste strutture un esempio geniale di adattamento. Studiare come funzionano non serve solo a saziare la curiosità, ma anche a capire meglio i limiti della vita e come gli animali riescano ad aggirarli.

Le tartarughe che respirano dal sedere sono l’esempio perfetto di come la natura non abbia paura del paradosso. Quello che a noi fa sorridere, per loro è un passaporto di sopravvivenza. Nel silenzio dei laghi ghiacciati o nelle acque stagnanti, queste creature sfruttano un trucco che sfida la nostra immaginazione. E ci ricordano che ogni stranezza nasconde una logica profonda: quella dell’evoluzione, che premia i più ingegnosi, non i più appariscenti.

Foto © Canva

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