Le tartarughe nell’arte e nella letteratura: un viaggio sorprendente
Un viaggio affascinante tra tartarughe nell’arte e nella letteratura, creature lente e antiche che da secoli incarnano saggezza, pazienza e immortalità nelle culture di tutto il mondo.

Le tartarughe non affascinano solo biologi e naturalisti, ma anche artisti, scrittori e filosofi. Da secoli, la loro lentezza, la corazza e la longevità ispirano miti, quadri e racconti in tutto il mondo. Tra la filosofia orientale e l’arte rinascimentale, la tartaruga ha assunto significati diversi: dalla pazienza alla sapienza, dalla stabilità alla resistenza del tempo.
In questo viaggio attraverso epoche e culture, scopriremo come un semplice rettile sia diventato un potente archetipo dell’esistenza umana. Un percorso sorprendente tra simboli, parole e immagini che ci invita a rallentare e riflettere.
Le tartarughe come simbolo universale
La tartaruga è una delle figure simboliche più antiche e trasversali che l’umanità conosca. Il suo passo misurato, la corazza che la protegge e la sua straordinaria longevità l’hanno trasformata in emblema di equilibrio e saggezza. Dalla Cina al Mediterraneo, dalle Americhe all’Africa, la tartaruga è diventata metafora del mondo stesso, animale che unisce terra e acqua, lentezza e forza, vulnerabilità e immortalità.
Nella mitologia e nelle religioni antiche
Nelle culture orientali, la tartaruga sostiene il cosmo. Nella mitologia cinese, la Ao regge sulle proprie spalle le colonne che sorreggono il cielo, simboleggiando la stabilità dell’universo. In India, il dio Vishnu si incarna nella tartaruga Kurma per salvare la terra dal caos delle acque primordiali. Persino nelle civiltà precolombiane, come quella Maya, la tartaruga rappresenta la madre della creazione, colei che ospita la nascita del sole.
Dalla tartaruga cosmica asiatica alle leggende africane
Nelle leggende africane, la tartaruga diventa spesso la protagonista di racconti popolari, astuta e ingegnosa, capace di sconfiggere animali più forti grazie alla pazienza e alla saggezza. In alcune narrazioni yoruba, la tartaruga è il simbolo della prudenza e della giustizia divina. Così, in ogni continente, questo rettile assume tratti universali: lentezza, umiltà e resilienza come forma di intelligenza profonda.
Le tartarughe nell’arte occidentale
L’immagine della tartaruga compare frequentemente nella pittura e nella scultura europea, soprattutto come allegoria morale.
Rinascimento e allegorie della lentezza
Nel Rinascimento, epoca in cui ogni animale nascondeva un significato simbolico, la tartaruga veniva spesso accostata al concetto di tempus fugit. In alcune incisioni tedesche del Quattrocento, la si vede avanzare lentamente accanto a orologi o clessidre, ammonendo sulla fugacità del tempo e sull’importanza della misura. Leonardo da Vinci, affascinato dai ritmi naturali, la cita nei suoi taccuini come esempio di perfezione del moto lento ma costante — una lezione di equilibrio tra azione e riflessione.
Dal surrealismo alle rappresentazioni moderne
Nel Novecento, la tartaruga ritorna nei sogni e nelle visioni degli artisti surrealisti. Salvador Dalí la utilizza come creatura sospesa tra l’onirico e il reale, mentre René Magritte la trasforma in un simbolo di metamorfosi e immobilità apparente. Anche nell’arte contemporanea, come nelle installazioni di Ai Weiwei o nelle sculture iperrealistiche di Mark Dion, la tartaruga diventa emblema ecologico: un monito sulla lentezza della natura di fronte alla frenesia umana.
Le tartarughe nella letteratura
Fin dall’antichità, le tartarughe hanno popolato favole, romanzi e poesie. La loro figura, mai banale, si adatta a molteplici interpretazioni: dalla morale al sogno, dal simbolismo alla filosofia.
Da Esopo a Calvino: la lentezza come virtù
Chi non ricorda la celebre favola di Esopo La lepre e la tartaruga? Un racconto breve, ma intramontabile, che ha insegnato a generazioni il valore della costanza sulla velocità. Nel Novecento, Italo Calvino riprende questo archetipo nella sua ironica Tartaruga de Il barone rampante, dove l’animale diventa simbolo della lentezza necessaria per comprendere il mondo. Persino in autori come Borges e Kundera, la tartaruga appare come immagine della memoria, della ponderazione e dell’eternità.
Citazioni, fiabe e romanzi che le hanno rese immortali
Dalle leggende giapponesi della tartaruga Urashima Taro fino alle parabole africane in cui diventa l’eroina della saggezza popolare, la tartaruga attraversa le culture come un filo silenzioso. In molte opere per l’infanzia — da Alice nel Paese delle Meraviglie alla Tartaruga e la perla — diventa compagna di viaggio, ironica ma saggia. È l’animale che osserva e ricorda, testimone del tempo più che vittima di esso.
La filosofia della tartaruga: tra saggezza e ironia
Le tartarughe hanno conquistato anche i filosofi. Zenone di Elea ne fece un paradosso logico: la “tartaruga di Achille”, capace di vincere una corsa impossibile. Un modo per riflettere sui limiti della percezione umana e sul tempo come illusione. Nelle filosofie orientali, invece, la tartaruga rappresenta il centro del mondo e la misura del Tao: ciò che si muove senza fretta, ma senza mai fermarsi.
Arte contemporanea e simbolismo ecologico
Oggi la tartaruga è diventata un simbolo della crisi ambientale. Le sue immagini emergono nelle opere fotografiche che denunciano l’inquinamento dei mari, ma anche nei murales urbani che invitano alla lentezza e alla consapevolezza. In un’epoca dominata dalla velocità, la tartaruga ci ricorda la necessità di un tempo più umano, di un passo che rispetti la vita e la natura.
Un animale antico che continua a ispirare
La tartaruga non è solo una creatura preistorica sopravvissuta ai millenni: è un archetipo che attraversa l’immaginario umano. Dalla conchiglia che custodisce il segreto del mondo alla lentezza che salva l’anima, continua a insegnarci qualcosa sul valore del tempo e sulla forza della quiete.
Scoprire le tartarughe come simbolo di longevità significa esplorare un patrimonio culturale vastissimo, in cui natura e spirito si fondono. E forse, osservando una tartaruga che si muove lentamente nell’acqua, possiamo ritrovare anche noi il ritmo perduto del pensiero.
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