Salamandra alpina: l’anfibio che partorisce piccoli vivi
La salamandra alpina è un anfibio che sorprende: invece di deporre uova, partorisce piccoli vivi, un adattamento raro che le permette di vivere tra le cime fredde e i torrenti ghiacciati delle montagne.

Immagina una passeggiata in quota dopo un temporale estivo: l’aria è fresca, il terreno ancora umido e, tra le pietre scure, appare un piccolo animale nero come l’ombra. È la salamandra alpina, discreta e silenziosa. A prima vista potrebbe sembrare una creatura qualunque, ma in realtà nasconde un segreto straordinario: non depone uova come gli altri anfibi, bensì partorisce piccoli vivi.
Un dettaglio che le ha permesso di colonizzare ambienti difficili, dove l’acqua resta gelata per lunghi mesi. In questo articolo ti accompagno alla scoperta della sua biologia, dei suoi adattamenti e del significato evolutivo di un comportamento che sfida le regole del mondo anfibio.
Un anfibio unico delle Alpi e delle montagne europee
Chi ha la pazienza di cercarla la troverà nelle Alpi, ma anche in altre catene montuose d’Europa centrale. Vive nascosta tra tronchi, muschi e rocce umide, in luoghi che l’inverno trasforma in deserti di ghiaccio. Eppure lei resiste, sfruttando il buio dei boschi e la frescura dei prati alpini. Non ama la luce diretta, preferisce la pioggia e la nebbia. È in quei momenti che la salamandra alpina si fa vedere, nera e lucente come fosse intagliata nell’ossidiana.
Caratteristiche fisiche della salamandra alpina (Salamandra atra)
Il corpo è slanciato, la pelle lucida, le zampe corte ma robuste. Nessuna macchia gialla, nessun disegno vistoso: solo un nero uniforme che diventa quasi vellutato al tatto. È come se avesse scelto la sobrietà per non farsi notare.
Dimensioni e longevità
Non supera i 15 centimetri, eppure è longeva: può vivere oltre vent’anni. Una vita lunga per un piccolo anfibio, segno di un equilibrio ben calibrato con il suo ambiente.
Il colore che scalda
Il nero non è soltanto un travestimento. Funziona anche come una coperta: cattura e trattiene il calore dei raggi solari, un vantaggio essenziale in zone dove la temperatura raramente si fa mite.
Un caso raro: la riproduzione vivipara negli anfibi
Quasi tutti gli anfibi si affidano all’acqua: depongono uova gelatinose, da cui nascono larve simili a girini. La salamandra alpina ha ribaltato questo copione. È vivipara, partorisce cioè piccoli già formati. Tra migliaia di specie di anfibi nel mondo, pochissime seguono questa via. Lei lo fa sempre, e proprio per questo è diventata una sorta di eccezione europea.
Come funziona il parto vivo nelle salamandre alpine
La gestazione è lunghissima: può durare fino a tre anni. Un tempo che sembra incredibile per un animale così minuto.
L’evoluzione di un compromesso
All’inizio gli embrioni si nutrono del sacco vitellino, poi delle secrezioni della madre. Non tutti ce la fanno: spesso sopravvivono solo i più forti, che trovano nutrimento anche nei fratelli che non hanno completato lo sviluppo. Alla fine nascono uno o due piccoli, già pronti a vivere sulla terraferma. Nessun passaggio in acqua, nessuna fase larvale vulnerabile.
Un investimento che paga
Per la femmina è un enorme sforzo, ma i piccoli hanno molte più possibilità di sopravvivenza. È come se la specie avesse scelto la qualità invece della quantità.
Differenze tra salamandra alpina e altre specie di salamandre
La salamandra pezzata, con le sue macchie gialle, resta legata ai corsi d’acqua per la riproduzione. La sua parente alpina, invece, può vivere anche lontano da torrenti o laghetti. È questa indipendenza dall’acqua a renderla speciale.
Alcune popolazioni delle Alpi orientali sono note come “salamandra nera”, ma si tratta sempre della stessa specie, con poche variazioni cromatiche. In comune hanno il parto vivo e quella colorazione scura che le fa sembrare figure scolpite nella roccia.
Habitat e distribuzione geografica
Il suo areale comprende tutto l’arco alpino e alcune montagne di Austria, Slovenia e Germania meridionale. Preferisce i boschi freschi, i prati d’alta quota, le pietraie umide.
Vita discreta, ma intensa
La si può osservare soprattutto dopo un acquazzone, quando esce dalle tane sotto i tronchi o dalle fessure tra le rocce. Di giorno, secco e caldo, preferisce il buio dei rifugi naturali. La sua pelle, che respira ossigeno direttamente dall’aria e dall’umidità, non può permettersi di seccarsi.
Minacce e conservazione della salamandra alpina
Come tanti altri anfibi, anche lei è in bilico.
I rischi del nostro tempo
Il cambiamento climatico riduce le aree umide e altera gli ecosistemi alpini. Malattie fungine come la chitridiomicosi hanno già colpito altre specie e rappresentano un pericolo concreto.
Perché conta proteggerla
In diversi parchi naturali la specie è tutelata, ma la sua sopravvivenza dipende anche dalla sensibilità di chi frequenta la montagna. Conoscere la salamandra alpina significa capire il valore nascosto degli ambienti che attraversiamo.
La salamandra alpina è un anfibio che sfida le regole: nera, discreta, capace di partorire piccoli vivi in un mondo dove quasi tutti depongono uova. È un esempio di resilienza e adattamento, un piccolo mistero che si nasconde tra le rocce e i boschi alpini. Se ti affascinano queste storie, scopri anche la salamandra gigante. Ti accorgerai che gli urodeli hanno ancora molto da insegnarci.
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