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Testudo (Agrionemys) horsfieldii

Le Testudo horsfieldii chiamate anche tartarughe russe, sono testuggini terrestri molto apprezzate anche dai principianti in quanto possono essere allevate in giardino e sono di stazza piccola, queste caratteristiche unite alla facilità di reperimento in commercio le rendono molto gettonate come rettile domestico.

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Famiglia: TESTUDINAE;Areale distribuazione horsfieldi  Testudo (Agrionemys) horsfieldii areale horsfieldi 150x150
Nome scientifico: Testudo horsfieldii;
Nome inglese: Russian tortoise;
Lunghezza: 20-25 cm;
Dieta: Vegetali;
Attività: Diurna;
CITES: App. II All. B;
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DESCRIZIONE

Le Testudo horsfieldii raggiungono una lunghezza massima di 20-25 centimetri. Le femmine sono in genere un po ‘più grandi dei maschi e raggiungono la maturità sessuale quando sono lunghe circa 15 cm. Tartarughe russe sono quasi sempre importati come i giovani adulti tra i 4 e 5 pollici di lunghezza carapace. Se allevate in modo corretto le tartarughe russe possono vivere più di 40 anni. Si tratta di animali abbastanza rustici che a differenza delle parenti tropicali non necessitano di cure particolari e in questo si avvicinano molto di più alle tartarughe europee come la Testudo greca e la Testudo hermannii le quali però sono protette in App. I All. A della CITES e quindi hanno bisogno di particolari adempimenti burocratici per essere detenute legalmente, mentre le horsfieldii sono inserite in App. II All. B quindi in libera vendita se ovviamente accompagnate dal regolare documento CITES. Questa tartaruga è molto più facile da allevare rispetto alla più grande geochelone sulcata.

STABULAZIONE

Il modo migliore per allevare le Testudo horsfieldii è quello di costruirgli un recito all’aperto che per uno o due adulti dovrebbe essere grande almeno 2 metri per 4. L’importante è creare un muro di cinta che rientri nel terreno per almeno 30 cm, questo per evitare che le tartarughe possano sfuggire scavando. Allo stesso modo è bene creare una recinzione di almeno mezzo metro in robusta rete zincata.

Le tartarughe russe sono ottime scavatrici, questo comportamento deriva dal fatto che nelle buche la temperatura è più stabile quindi quando il clima diventa troppo caldo o troppo freddo esse ricorrono a questo espediente per termoregolarsi. Per questo motivo fornendo dei ripari che facciano ombra, o meglio ancora dei rifugi sotterranei limiteremo in loro l’istinto a scavare. Le Testudo horsfieldii sono rettili molto voraci, amano i vegetali croccanti e succosi e potremo alimentarle con vari ortaggi e in piccole quantità anche frutti. L’acqua dovrà essere sempre fresca e pulita e fornita in contenitori non troppo profondi per evitare che possano annegare.

Se invece decideremo di allevarle in case, potremo ospitarle in terrario. In questo caso potremo usare della fibra di cocco come substrato e dovremo comunque garantire molti ripari alle nostre tartarughe, oltre a garantirgli sempre acqua fresca a disposizione.

Per quanto riguarda le temperature, le tartarughe russe possono vivere all’aperto nei mesi primaverili e estivi, seguendo un po’ la prassi di quelle europee, con relativo letargo ecc. la differenza fondamentale però consiste nel fatto che queste tartarughe non sopportano le late temperature, quindi nelle ore più calde del giorno o comunque nei mesi più torridi, soprattutto nel sud Italia è meglio ricoverare le tartarughe in un luogo fresco o comunque garantirgli ottimi ripari. Infatti le testudo horsfieldii sono più attive durante le ore fresche della giornata e dormono riparate nelle tane fresche quando fa più caldo.

Testudo horsfieldii mentre scava una buca  Testudo (Agrionemys) horsfieldii Testudo horsfieldii in buca 300x225

photo credit: Living Off Grid(license)

In terrario bisogna tenerle ad una temperatura compresa tra i 20 e i 26°C fornendo una lampada UVB e una spot che riscaldi una parte del terrario non oltre i 37°C. Di notte dovremo staccare completamente le luci per favorire lo sbalzo termico.

È sempre bene non far trascorrere il letargo in giardino, ricoverando invece le tartarughe in cassette che andremo a posizionare in un luogo riparato ma freddo, per assicurarci che vadano realmente in letargo. Tuttavia potremo anche decidere di non farle andare in letargo trasferendole in terrario.

RIPRODUZIONE

L’accoppiamento di solito avviene qualche settimana dopo il risveglio dal letargo, in questo periodo i maschi iniziano a corteggiare le femmine girando in torno ad esse, colpendole col carapace e spesso mordendo le zampe posteriori o anteriori delle stesse. Le femmine di solito tentano comunque di sfuggire, ma prima o poi il maschio riesce a montarle assumendo la classica posizione a bocca aperta ed emettendo caratteristici versi.

Le femmine depongono le uova dopo circa un mese dalla fecondazione. Se le tartarughe sono allevate all’esterno è bene creare nel recinto una zona con terreno poco compatto e ben drenato, aggiungendo magari della sabbia di fiume sottile. Se invece le tartarughe si trovano in terrario, dovremo fornirgli una cassetta di deposizione di dimensioni adeguate con all’interno un misto di terriccio e sabbia di fiume sottile.

Quando la femmina è pronta a deporre le uova diventa molto irrequieta, smettendo sovente di alimentarsi e mostrandosi particolarmente interessata a scavare. Dopo la deposizione la femmina di tartaruga perderà qualsiasi interesse per il nido e le uova. Solitamente vengono deposte da 1 a 5 grandi uova dal peso di 16-30 g.

A questo punto si possono passare le uova in incubatrice, stando attente a non muoverle rispetto alla posizione in cui le abbiamo trovate, altrimenti si rischierà di far morire il feto. A tele scopo potremmo decidere se acquistare un’incubatrice professionale o darci al fai da te costruendone una magarsi seguendo queste istruzioni. Le temperature di incubazione devono essere comprese tra i 29 e i 35°C, ma la temperatura che sembra dare migliori risultati è 30°C. Le uova schiuderanno in 8-12 settimane. I piccoli andranno ricoverati in terrario alle stesse condizioni indicate per gli adulti, e andranno alimentate quotidianamente con aggiunta di integratori per rettili.

In copertina photo credit: Nathan Goddard(license)