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Geco Tokay: come gestire uno dei sauri più vocali

Il Geco Tokay è noto per le sue vocalizzazioni notturne: affascinante ma impegnativo da gestire, richiede attenzione a habitat, alimentazione e comportamento.

Il Geco Tokay gestione può sembrare un’impresa: questo sauro, celebre per i suoi richiami notturni e potenti, incanta con i colori ma mette alla prova anche i proprietari più pazienti.

verso del geco tokay

Scopri come gestire il Geco Tokay

Immaginate una notte nelle foreste pluviali dell’Asia sudorientale. Il silenzio è rotto da un richiamo ritmato, quasi buffo ma inconfondibile: è il canto del Geco Tokay (Gekko gecko). Questo sauro, notturno e abile arrampicatore, vive tra i tronchi umidi e le foglie brillanti di rugiada. In cattività mantiene lo stesso temperamento deciso, fatto di colori vivaci e vocalizzazioni potenti che possono sorprendere chi non li conosce. Nonostante la crescente popolarità, il Tokay non è certo il “rettile per tutti”: richiede cura, pazienza e la capacità di rispettare la sua natura selvaggia.

Origine, habitat naturale e dimensioni del Geco Tokay

Il Tokay ha il sapore dell’esotico. Lo si incontra in India, in Indocina, fino alla Nuova Guinea. Non è raro, in alcuni villaggi, vederlo comparire tra le pareti delle case, attratto dagli insetti radunati sotto le lampade. Una scena che racconta bene il suo carattere: opportunista, curioso e sempre pronto alla caccia.

Con i suoi 30–40 cm nei maschi (le femmine restano più piccole), non passa inosservato. A differenza di altri gechi più minuti e discreti, il Tokay ha una presenza quasi teatrale, soprattutto per la testa robusta e gli occhi grandi che sembrano scrutare ogni movimento.

Aspetto fisico, colore, dimorfismo sessuale e vocalizzazioni peculiari

Guardarlo è come osservare un dipinto vivente: fondo grigio-azzurro, macchie aranciate a contrasto, forme che ricordano la corteccia coperta di licheni. Un perfetto mimetismo che però, sotto le luci di un terrario, diventa uno spettacolo.

Il dimorfismo sessuale si nota facilmente: i maschi non solo sono più grandi, ma presentano pori femorali evidenti, piccoli punti disposti a V sotto la coda. Un dettaglio che per l’appassionato è un indizio immediato.

Ma il tratto che lo rende unico è la voce. Chi lo sente per la prima volta resta spiazzato: “to-kay, to-kay”, un richiamo potente, quasi comico, ma con cui il maschio marca territorio e corteggia. Non stupitevi se, in piena notte, vi sveglia di soprassalto: per lui è il modo naturale di dire “questo è il mio spazio”.

Requisiti del terrario: spazio, decorazioni, umidità e temperatura

Se pensate di ospitare un Tokay, immaginate di ricreare una piccola giungla verticale. Non un semplice box, ma un ambiente ricco di tronchi, sughero, nascondigli e piante che offrono ombra e superfici da scalare.

Le temperature devono restare sui 26–30 °C di giorno, con un punto più caldo per la termoregolazione. Di notte può calare a 22–24 °C, simulando il ritmo naturale. L’umidità, invece, non ammette compromessi: nebulizzazioni quotidiane, anche più di una, per mantenere il 60–80%. Senza, il Tokay rischia mute incomplete e stress.

Alimentazione, salute e prevenzione

Chi possiede un Tokay sa che l’appetito non gli manca. Bastano pochi secondi e il grillo sparisce, afferrato con scatto fulmineo. La dieta ruota intorno agli insetti vivi: grilli, blatte, locuste. Qualcuno offre camole del miele come premio, ma guai a esagerare: sono uno “snack”, non un pasto regolare.

La salute passa anche da polveri di calcio e vitamine, spolverate sulle prede. Senza, il rischio è quello di gechi debilitati e ossa fragili. Tra i problemi più comuni ci sono infezioni respiratorie, soprattutto se l’aria è secca. Basta un terrario poco nebulizzato e il Tokay inizia a respirare a fatica.

Un consiglio pratico? Variare le prede e osservare sempre l’animale: se smette di cacciare o dimagrisce, c’è qualcosa che non va.

Comportamento, gestione del carattere aggressivo e interazione con il proprietario

Diciamolo chiaramente: il Tokay non è un geco da carezze. Se lo disturbate, vi guarda fisso, spalanca la bocca e, se serve, morde. E il morso si sente.

Questo non significa che sia impossibile conviverci, ma occorre cambiare prospettiva: non è un animale “da maneggiare”, ma da osservare. Col tempo imparerà a riconoscere chi lo nutre e a tollerarne la presenza. Alcuni allevatori raccontano che, dopo mesi, i loro Tokay accettano il cibo dalle pinzette senza tentare di mordere.

Il segreto sta nel rispetto: meno intrusioni, più routine. Così si riducono i conflitti e aumenta il piacere di ammirarlo nel suo habitat.

Acquisto responsabile: origine dell’animale, allevamento in cattività vs cattura selvatica

Qui non si scherza. Ancora oggi molti Tokay arrivano da catture in natura: animali stressati, pieni di parassiti e spesso incapaci di adattarsi. Una scelta che, oltre a essere eticamente discutibile, porta a insuccessi e sofferenza.

Gli allevatori seri offrono invece esemplari nati in cattività, con documenti chiari e animali già abituati al terrario. Sì, costano di più, ma evitano problemi futuri e soprattutto non impoveriscono le popolazioni selvatiche.

Consigli pratici per chi vuole mantenere un Tokay sano e rispettoso delle sue esigenze

Prima di dire “lo prendo”, fatevi tre domande:
– Ho spazio per un terrario alto e ben attrezzato?
– Sono pronto a garantire umidità e temperature costanti?
– Posso tollerare vocalizzazioni notturne e un carattere poco incline al contatto?

Se la risposta è sì, il Tokay può regalarvi momenti unici, dal canto serale al comportamento di caccia. Se invece cercate un animale più docile, meglio rivolgersi a specie come il geco leopardino.

geco tokay

Il Geco Tokay non è un compagno “facile”. È colorato, affascinante e incredibilmente rumoroso, ma richiede esperienza e rispetto. Non aspettatevi un animale docile: ciò che offre è la possibilità di osservare da vicino un frammento autentico di foresta tropicale.

Foto © Canva

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