Draghi barbuto: il sauro che sembra un piccolo dinosauro domestico

Il drago barbuto è una lucertola che sembra davvero un mini dinosauro: spinosa, curiosa e sorprendentemente docile, conquista chiunque la osservi da vicino.

Il drago barbuto, o Pogona vitticeps per chi ama i nomi scientifici, è tra i rettili più popolari negli allevamenti domestici. A prima vista sembra uscito da un set di Jurassic Park in formato ridotto: squame, barba spinosa, sguardo antico.

Eppure, dietro quell’aria da piccolo mostro preistorico, si nasconde un animale tranquillo, curioso e perfino interattivo. C’è chi lo descrive come un “mini dinosauro da salotto”, e in effetti rende bene l’idea. In queste righe proveremo a raccontarlo non solo come animale da osservare, ma come creatura viva, con esigenze, abitudini e piccole stranezze che lo rendono speciale.

Chi è il drago barbuto (Pogona vitticeps)

Il drago barbuto appartiene agli Agamidi, una grande famiglia di sauri. La specie che vediamo più spesso nei terrari è la Pogona vitticeps, originaria delle zone aride australiane. È un animale che, pur venendo da un ambiente lontanissimo dal nostro, è ormai allevato da decenni: gli esemplari che troviamo in commercio nascono in cattività, selezionati non solo per il carattere docile ma anche per i colori. Vederlo camminare lento sul fondo del terrario, con quell’andatura da piccolo “rettile antico”, è una delle scene che più affascinano chi lo incontra per la prima volta.

Aspetto e caratteristiche fisiche: la “barba” spinosa

La sua arma scenografica è senza dubbio la barba: un collare di spine che può sollevare e scurire quando vuole sembrare più minaccioso. In realtà, la maggior parte delle volte resta rilassata e quasi invisibile. I colori naturali vanno dal sabbia al marrone, ma nelle linee allevate compaiono sfumature gialle, rosse, arancio acceso. Guardarlo cambiare posizione, con il sole artificiale che mette in risalto le scaglie, dà l’illusione di avere tra le mani un piccolo drago in miniatura.

Comportamento: un rettile docile e curioso

Molti si stupiscono di quanto sia “presente” un drago barbuto. Non scappa all’improvviso come altre lucertole: resta fermo, ti osserva, inclina la testa come se valutasse la situazione. Alcuni si abituano talmente alla routine domestica da accettare di stare in mano o addirittura di farsi portare fuori dal terrario per brevi esplorazioni. E poi c’è il gesto che diverte sempre: il “saluto con la zampina”, un movimento lento e quasi teatrale che sembra un cenno di mano umano.

Habitat naturale in Australia

Nel suo Paese d’origine, il drago barbuto vive tra cespugli radi, rocce scaldate dal sole e distese di sabbia. Le giornate possono diventare roventi, ma la sera l’aria si raffredda bruscamente. È abile ad arrampicarsi su tronchi e arbusti, anche se passa molto tempo a terra. Osservarlo in natura significa vederlo spostarsi di continuo per cercare l’equilibrio termico: un po’ di sole per scaldarsi, un po’ d’ombra per raffreddarsi. Questa danza col clima è ciò che dobbiamo ricreare nel terrario domestico.

Drago barbuto come animale domestico

Per chi sogna un rettile “facile” ma spettacolare, il drago barbuto è quasi l’ideale. Non richiede cure complicate, ma non bisogna pensare che sia un soprammobile. Vive in media dieci anni, a volte di più, e quindi chiede un impegno a lungo termine. È un animale che ti accompagna, che diventa familiare. Alcuni allevatori raccontano che i loro draghi imparano persino a riconoscere chi li nutre.

Alimentazione equilibrata (insetti, verdure, frutta)

Il menù del drago barbuto è vario. Da giovane è vorace di insetti: grilli che saltano, blatte scattanti, camole che si muovono nel substrato. Crescendo, si trasforma in un piccolo erbivoro: cicoria, tarassaco, lattuga romana e pezzi di frutta ogni tanto. La proporzione si inverte con l’età: tanto animale da piccolo, tanta verdura da adulto. Chi lo alleva impara presto che un piattino colorato di foglie fresche viene accolto con un entusiasmo sorprendente.

Temperatura e illuminazione del terrario

Il cuore del suo benessere sta nell’ambiente. Un drago barbuto senza lampade giuste non può vivere bene. Serve calore, con un punto che arrivi ai 40 °C, e serve luce UVB, che per lui equivale al nostro sole. Nel terrario va sempre creato un gradiente: un lato caldo, un lato fresco. Così può scegliere dove andare, esattamente come farebbe tra le rocce del bush australiano. Senza questi dettagli, nonostante la sua robustezza, la sua salute rischia di vacillare.

Cura della salute e longevità

Un drago barbuto in forma è vivace, mangia con appetito e si gode il suo basking quotidiano. La muta della pelle, che nei giovani è frequente, è un piccolo rito naturale: pezzi di pelle bianca che si staccano, a volte in modo spettacolare. Non bisogna forzarla, basta garantire superfici ruvide e una buona idratazione. Con cure corrette, può restare accanto al suo allevatore per oltre dieci anni, diventando quasi parte della famiglia.

Perché viene definito un “piccolo dinosauro”

Basta osservarlo mentre si muove, con la testa che oscilla e le squame che catturano la luce, per capire il soprannome. È una creatura che sembra uscita da un tempo remoto. Non sorprende che i bambini, vedendolo per la prima volta, esclamino “un dinosauro!”. Ed è proprio questo mix tra aspetto antico e indole moderna, docile, che lo rende così affascinante.

Curiosità sul drago barbuto

  • Può cambiare tonalità di colore per regolare la temperatura corporea.
  • Alcuni allevatori hanno notato che riconosce la routine dei pasti e “aspetta” davanti al punto da cui arrivano gli insetti.
  • Comunica con altri esemplari tramite cenni di testa e movimenti delle zampe: una vera lingua dei segni sauriana.

drago barbuto

Il drago barbuto non è solo una lucertola esotica: è un piccolo compagno curioso, capace di sorprendere ogni giorno. Facile da gestire rispetto ad altri rettili, ma con un fascino che cattura anche chi non pensava di avvicinarsi a questo mondo. Per approfondire e scoprire altri rettili spettacolari, ti consiglio di dare un’occhiata alle lucertole tropicali e al geco Tokay, due esempi di sauri che, come il drago barbuto, sanno unire bellezza e stranezze sorprendenti.

Foto © Canva

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