Diavolo spinoso: il rettile australiano che sembra uscito da un film di fantascienza
Nel deserto australiano vive il diavolo spinoso, una minuscola lucertola corazzata che sembra un personaggio di fantascienza. Tra sabbia rovente e formiche, nasconde adattamenti che sfidano l’immaginazione.

In mezzo al nulla, dove il calore vibra come un miraggio e il vento soffia sabbia finissima, c’è una creatura che pare uscita da un sogno surreale: il diavolo spinoso (Moloch horridus). Piccolo, lento e coperto di spine, è uno di quegli animali che ti fanno dubitare della realtà: sembra il frutto di un disegnatore di mostri, ma ogni suo dettaglio ha un senso preciso.
Da milioni di anni vive nel cuore dell’Australia, dove pochi osano mettere piede, e ha imparato a sopravvivere al caldo estremo con strategie che sfiorano la magia biologica. Questo articolo è un viaggio dentro la sua vita segreta: come si difende, cosa mangia e, soprattutto, come riesce a bere acqua con la pelle — sì, proprio così.
Aspetto e anatomia del diavolo spinoso: un’armatura naturale contro il caldo e i predatori
Immagina una lucertola ricoperta da spine piramidali, dure come piccole punte di roccia. Ogni spina riflette la luce, creando un mosaico di ombre e riflessi sabbiosi che la rendono quasi invisibile nel suo habitat. Quella corazza non è solo un’arma di difesa: serve anche a disperdere il calore e, incredibilmente, a raccogliere acqua. È una specie di “tuta spaziale” evolutiva, costruita per affrontare uno dei climi più estremi della Terra.
Le spine e i colori mimetici
Il suo corpo cambia leggermente colore a seconda dell’ora del giorno. Al mattino, quando l’aria è più fresca, appare più scuro per assorbire calore; nel pomeriggio, si schiarisce, riflettendo i raggi del sole. È un gioco di toni ocra, gialli e marroni che si fondono perfettamente con la sabbia rossa del deserto. In mezzo a un cespuglio o su una duna, il diavolo spinoso scompare quasi alla vista — come se si dissolvesse nel paesaggio.
La testa finta: un trucco per ingannare i nemici
Uno dei suoi tratti più curiosi è la “testa finta”: una grossa protuberanza spinosa dietro il collo che sembra un secondo volto. Quando si sente minacciato, il diavolo spinoso abbassa la testa vera e mostra quella falsa, spingendo i predatori a colpire nel punto sbagliato.
È un piccolo trucco evolutivo, ma di grande efficacia. Mentre il rapace o il serpente tenta l’attacco, lui guadagna qualche secondo prezioso per scomparire tra la sabbia o dietro una pietra. Un inganno da illusionista naturale, perfezionato in milioni di anni.
Come si muove e cosa mangia
Chi lo osserva camminare, spesso sorride. Avanza con un passo oscillante, quasi buffo, sollevando una zampa dopo l’altra come un automa incerto. Ma dietro quell’andatura lenta si nasconde una strategia precisa: ridurre al minimo il contatto con la sabbia rovente e confondere i predatori con movimenti irregolari.
Una dieta fatta di formiche (e tanta pazienza)
Il suo menù è monotono ma efficace: solo formiche. Ne mangia centinaia, a volte migliaia al giorno. Non le insegue, non tende agguati: aspetta. Resta immobile accanto a una pista di formiche e, quando queste passano, cattura una alla volta con la lingua adesiva. È la calma che lo salva — la pazienza come adattamento evolutivo. In un luogo dove tutto corre per sopravvivere, lui sceglie di aspettare.
Il segreto più sorprendente: beve acqua con la pelle
Ecco il punto in cui il diavolo spinoso supera ogni fantasia scientifica. Non beve come gli altri animali. Non ha bisogno di cercare pozze o rugiada. Beve… con la pelle.
Capillari cutanei e condotti naturali
Tra una squama e l’altra si nasconde una rete di microcanali che cattura ogni goccia d’acqua che tocca il corpo. Anche la condensa del mattino o la sabbia umida dopo un temporale viene “risucchiata” verso la bocca grazie a minuscoli canali capillari. È come se indossasse una spugna invisibile, capace di trasformare l’umidità in bevanda.
Un sistema di idratazione unico nel regno animale
Questo meccanismo è talmente efficiente che gli scienziati lo studiano per imitare il processo in tecnologie di raccolta dell’acqua nei deserti. Camminando sulla sabbia bagnata, il diavolo spinoso assorbe l’umidità dal suolo e la convoglia fino alle labbra. Nessuna bottiglia, nessuna fonte: solo la pelle e un miracolo fisico evolutivo.
Habitat e comportamento nel deserto australiano
Il diavolo spinoso abita le vaste distese sabbiose dell’Australia centrale e occidentale, dove il paesaggio alterna dune, cespugli bassi e pietraie sferzate dal vento. Durante le ore più calde, resta fermo all’ombra di un cespuglio o mezzo sepolto nella sabbia, per poi riprendere a muoversi quando la temperatura cala. È un animale solitario, discreto, quasi meditativo. Si incontra più facilmente dopo le piogge, quando il deserto si anima di vita e le formiche tornano a brulicare.
Difesa, mimetismo e curiosità evolutive
Quando si sente in pericolo, il diavolo spinoso può gonfiarsi come un piccolo pallone, rizzando le spine per sembrare più grande e inaccessibile. A volte rimane perfettamente immobile, contando solo sul suo mimetismo, altre si piega su un lato, mostrando le spine più lunghe come deterrente. Ogni dettaglio del suo corpo, dalla pelle ruvida alla colorazione, racconta un adattamento al limite dell’impossibile: sopravvivere dove l’acqua è un’illusione e il sole un costante avversario.
Il diavolo spinoso nella cultura pop e nella ricerca scientifica
Negli ultimi decenni, il Moloch horridus è diventato una piccola star. È comparso in documentari della BBC, in videogiochi, persino in collezioni di arte naturalistica contemporanea. Non stupisce: il suo aspetto sembra disegnato per un film di fantascienza. Ma dietro l’estetica c’è la scienza: biologi e ingegneri studiano la sua pelle per sviluppare nuovi materiali capaci di raccogliere acqua dall’aria, come fanno le sue squame. Un rettile del deserto che insegna innovazione all’uomo moderno.
Perché è un simbolo della biodiversità australiana
Oggi il diavolo spinoso è protetto e amato in tutto il continente. Nei centri di educazione ambientale viene mostrato come simbolo della resilienza australiana: piccolo, silenzioso, ma capace di sopravvivere dove pochi altri riescono. Rappresenta la genialità della vita che si adatta e trova sempre una strada. Guardarlo muoversi tra le dune, lento e quasi contemplativo, è come assistere a una lezione di equilibrio tra fragilità e forza.
Il diavolo spinoso è una creatura che unisce mistero e logica evolutiva. Con la sua armatura di spine, il passo ipnotico e la capacità di bere acqua dal terreno, sembra un alieno gentile sceso sulla Terra per ricordarci quanto la natura possa essere ingegnosa.
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