Trachycephalus resinifictrix  Trachycephalus resinifictrix milk frog 1

Trachycephalus resinifictrix

La Trachycephalus resinifictrix detta Milk Frog, è una rana arboricola che abita le foreste amazzoniche, ha un aspetto molto gradevole ed è facile da allevare.

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Famiglia: HYLIDAE;La foresta pluviale amazzonica è il luogo da cui proviene la milk frog  Trachycephalus resinifictrix areale milk frog 150x150
Nome scientifico: Trachycephalus resinifictrix;
Nome inglese: Milk frog;
Lunghezza: 5-10 cm;
Dieta: Insetti ;
Attività: Notturna;
CITES: No;
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DESCRIZIONE


I maschi della Trachycephalus resinifictrix raggiungono i 6,00 cm di lunghezza mentre le femmine sono più grandi e possono raggiungere anche i 10 cm. Si tratta quindi di rane piuttosto grandi dall’aspetto paffuto e grandi ventose per arrampicarsi. Le Milk Frog sono piuttosto longeve e in cattività possono vivere fino a 7/8 anni. Si tratta di animali notturni che vivono rintanati durante le ore diurne, quindi anche in cattività sono molto più attive di notte.

 

STABULAZIONE

Glia adulti possono essere stabulati anche in gruppi utilizzando teche di vetro o plexiglas, per un gruppo composto da 4/5 esemplari può andare bene un terrario con dimensioni 60×45 cm, ovviamente trattandosi di una specie arboricola è bene garantire almeno un quarantina di cm di altezza, per fare in altrimenti si rischia che non riescano ad individuare facilmente le prede per nutrirsi a sufficienza.

Come substrato può essere utilizzata della torba di sfagno oppure della fibra di cocco. Come dicevamo pocanzi le Milk Frog Fornire sono rane arboricole ed è per questo che dobbiamo fornirgli posatoi fatti con radici, canne di bambù, piante artificiali o vive.

In natura le Trachycephalus resinifictrix si rifugiano spesso nelle cavità degli alberi, quindi anche in cattività dovremo offrirgli degli oggetti cavi per potersi rintanare. L’acqua è ovviamente un elemento importantissimo e va fornita in un contenitore ove le stesse possano immergersi completamente. L’acqua andrò cambiata spesso e mantenuta sempre pulita. Meglio usare acqua osmotica o quella per l’alimentazione umana, mai quella della rete idrica.

La zona più calda del terrario deve raggiungere una temperatura di 23/26° durante il giorno, mentre di notte la temperatura può scendere fino ai  18 ° , per far ciò è preferibile usare cavetti riscaldanti o tappetini collegati a un termostato.

I livelli di umidità devono essere compresi tra 50-90%, proprio per questo il terrario dovrà avere un’ottima areazione per evitare il formarsi di muffe e funghi.

Per l’illuminazione è bene usare una lampadina fluorescente con UV-B 2.0 o 5.0 per rettili, che tuttavia va ben protetta onde evitare che la rana toccandola possa ustionarsi.

I grilli sono ottimi insetti da pasto per le Milk Frog, ovviamente la dieta andrà variata con piccole blatte, locuste, ecc. I Moscerini della frutta sono invece utili per nutrire i giovani, che vanno alimentati ogni giorno abbondantemente, mentre gli adulti possono mangiare a giorni alterni. È sempre bene aggiungere alla dieta un buon integratore di vitamine e sali minerali specifico per i rettili.

È sempre bene maneggiare le rane solo quando è necessario infatti hanno una pelle molto sensibile che reagisce negativamente al contatto con residui di sapone e altri agenti chimici.

RIPRODUZIONE

Le Trachycephalus resinifictrix sono, tra le rane tropicali, le più difficili da riprodurre in cattività, tuttavia possiamo comunque cimentarci in questa esperienza.

Per far sì che aumentino le possibilità di accoppiamento della Milk frog in terrario, è necessario diminuire l’umidità per qualche settimana, per poi aumentarla drasticamente. Per far ciò è bene istallare un sistema che simuli la pioggia nel vostro terrario, questo espediente riproduce in terrario ciò che avviene normalmente nella foresta amazzonica, in cui periodi di forte pioggia sono preceduti da settimane di ridotta umidità.

Due esemplari di milk frog pronti per la riproduzione  Trachycephalus resinifictrix coppia milk frog 1024x408

photo credit: Ted (license)

Le temperature dovrebbero essere nella gamma di 23/26°, l’accoppiamento di solito si svolge la sera o durante la notte, solitamente entro 24 a 72 ore dopo l’inizio della “finto pioggia”.  A questo punto il maschio afferrerà la femmina sotto le spalle e avverrà l’amplesso. La coppia può rimanere in questa posizione per lungo tempo e può ripetersi anche per giorni, ma se non vi sarà la produzione di uvova, è meglio ripetere il ciclo dopo una ventina di giorni.

La femmina depone in acqua tra 100 e 200 uova, che poi vanno rimosse ed inserite in un acquario alla temperatura di 23°. Le uova si sviluppano rapidamente schiudendo in circa 24 ore. I girini non sono cannibali e possono essere allevati tutti insieme.

Appena schiusi i girini presentano branchie esterne e restano fissi ai vetri dell’acquario fino a quando non riassorbiranno il resto del tuorlo, inizieranno poi a nuotare poi liberamente intorno alle 48 ore di vita, e andranno nutriti con cibo in fiocchi per pesci tropicali. Se li ospiteremo in un acquario non filtrato sarà bene cambiare il 20% dell’acqua ogni giorno. Se si utilizza un filtro è importante che la pompa non agiti troppo l’acqua.

I girini faranno la metamorfosi in 3-5 settimane e giovani tramutandosi in piccole ranocchie. Per evitare annegamento, rimuovere girini ad un acquario inclinato, contenente acqua quanto basta ad una estremità per coprire i girini e una superficie all’altra estremità. Quando ci avvicineremo già dalla fine seconda settimana è meglio mettere nell’acquario un’isola, o comunque cerare una zona emersa che potrà ospitare tutte le piccole Milk Frog che si tramuteranno.

Dal momento in cui inizieranno a spuntare le zampine anteriori, le piccole Trachycephalus resinifictrix smetteranno di alimentarsi pino a quando non avranno completamente riassorbito la coda.Dopo il riassorbimento della coda dovremo alimentarle con drosofile, passando poi ai microgrilli appena diventeranno più grandicelle. È sempre opportuno integrare la dieta con vitamine e sali minerali per anfibi e rettili.

In copertina photo credit: Leszek Leszczynski (license)